giovedì 4 febbraio 2010

SPORT E DIPENDENZE:. L'ALLENATORE PER LA VITA

Che rapporto intercorre tra lo sport e la dipendenza da sostanze stuoefacenti? Siamo sempre sicuri che lo sport prevenga le dipendenze?

Non è vero, tavolta, drammaticamente, il contrario? E cioè che lo sport (almeno quello mal praticato) produca disagio psicologico e quindi il rischio per i giovani di avvicinarsi alla droga?

Le domande, provocatorie quanto si vuole, non sono infondate. Anzi a guardare l'esperienza testimoniata da tanti ragazzi, ora ospiti delle nostre strutture, sembra proprio che, spesso, all'origine di tanti percorsi di devianza, c'è stato proprio un cattivo rapporto con l'ambiente sportivo: un fallimento non superato, una carriera mancata, una competitività esaperata, una richiesta eccessiva fatta alle proprie effettive potenzialità psico-fisiche, ecc.
Sono questi alcuni degli "inconvenienti" che non solo hanno interrotto un impegno sportivo, ma hanno addirittura innescato processi di emarginazione, di chiusura in sè, di rifiuto, di rabbia, spesso all'origine di percorsi deviati.
Altrettanto spesso, in queste circostanze, è mancata una figura di riferimento che aiutasse il giovane a integrare l'esperienza fatta nel proprio percorso di vita, a far diventare l'insuccesso momento di crescita, l'impegno sportivo costruttiva coscienza dei propri limiti e positiva occasione di interazione sociale.
Ecco, a partire da queste considerazioni, il Centro La Tenda insieme a diverse Società sportive di altrettanti sport, ai rappresentanti locali del CONI, della FIGC, ad allenatori, ad esperti del settore sportivo, ma ovviamente insieme agli atleti delle stesse società sportive e ai giovani comunque interessati al tema, ha voluto organizzare il prossimo seminario, programmato per il 2 febbraio presso la sede di via Fieravecchia.
Più in generale si discuterà di sport uscendo dagli schemi scontati in cui spesso viene inquadrato l'argomento quando se ne dimentica la forte valenza educativa, trascurando la fondamentale funzione pedagogica che esso (volente o nolente) si ritrova ad esercitare.
Del resto, esempi di una cattiva fruizione dello sport ce ne sono tanti e non solo quando esita in drammatiche conseguenze personali e sociali. Il tifo violento, il culto del corpo, il doping ne sono alcuni esempi.Ma un ruolo fondamentale in questa riflessione pubblica verrà riservata alla figura dell'allenatore, insdividuato come figura cardine, oggi quasi sostitutiva nel vissuto di tanti ragazzi, della figura genitoriale.
E anche per sostenere la formazione di questa importante figura di riferimento (l'allenatore della società sportiva, appunto), il Centro La Tenda intende proporre al governo dello sport, l'introduzione di specifici moduli didattico-formativi, all'interno dei percorsi di qualificazione per allenatori e società sportive.
Un'occasione in più perchè lo sport affermi la sua vera funzione educativa, attraverso una figura competente di allenatore... per la vita.
Mario Scannapieco

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